Se Massimiliano avesse voluto fissare con una data, l’inizio delle sue inquietudini, sicuramente sarebbe coinciso con quella della sua nascita, se avesse voluto rappresentarla con una forma, sarebbe stata una sfera in cui dover stare forzatamente rannicchiato.
Con il passare degli anni nessuna di esse era scomparsa.
Simili a un’ombra vivevano costantemente al suo fianco, a volte sopravanzandolo, altre svanendo alle sue spalle. Ma bastava un nonnulla perché gli tornassero accanto, ricordandogli che loro, c’erano.
La sua vita era stata cadenzata dalle alterne battaglie contro l’inquietudine. Una guerra che non si vede, ma può soffocare la voglia di vivere.
A ottantasei anni, Massimiliano si domandava come aveva fatto a sopravvivere. Come fosse riuscito a mettere su famiglia, con dei figli, una professione, un’intensa vita sociale. Altri, più forti e determinati di lui, erano stati sopraffatti dalle inquietudini, tracciando il loro infausto destino.
Invece lui, era riuscito ad armare le sue inquietudini, fino a farne l’ariete che sfondava le mura fortificate dei suoi nemici, che blandiva i soldati dalla ricerca di una vittoria facile, che istruiva i cadetti sul campo, prima di una battaglia.
Le sue inquietudini erano state la sua forza. Eppure, quando era solo, ne aveva paura.
In gioventù, un amico gli aveva detto che l’inquietudine è la base del successo. Senza di essa non c’è creatività, progresso, futuro. Era vero, dopo tanti anni, doveva riconoscere che senza le sue inquietudini, non avrebbe potuto realizzare nulla di quello che aveva fatto.
Quando le inquietudini lo abbandonavano al mare calmo della vita spensierata, appagata, il futuro diventava improvvisamente buio. Gli sembrava di tornare nella sfera che ne tratteneva i movimenti, in attesa che una luce gli indicasse il varco da cui fuggire.
Eppure, il giorno in cui dalla sfera non avrebbe più visto la luce, sapeva che sarebbe arrivato. Aveva deciso che quando fosse accaduto, si sarebbe rannicchiato tanto da godere la visione delle sue inquietudini che turbinandogli intorno, lo fagocitavano.
È quel giorno era arrivato.
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