Il paese nel Mondo con il maggiore numero di armi per abitante, resta, sciaguratamente, l’America che con il secondo emendamento ha fatto di questa eccezionalità difensiva un sistema di valori basato sul diritto alla difesa.
Eppure, nella nazione considerata baluardo di tutte le democrazie, nessuno, finora, è riuscito a delimitarlo mettendole al bando. La democrazia non è altra cosa dalla difesa dei suoi cittadini, ma su questo punto ogni ragionamento di buon senso è sempre risultato vano.
Si parla di lobby delle armi, certo, ma se ripenso a quanti morti, per mano di pazzi o pseudo patrioti ci sono stati dalla promulgazione del secondo emendamento, mi sembra che la sola capacità delle lobby di fare affari, sia solo un pannicello caldo sulla moralità con cui gli americani valutano i propri diritti sulla vita umana.
Mi domando: quante famiglie tra quelle dei ragazzi uccisi nell’ultima azione del pazzo di turno sono tra quelle che posseggono armi convinti di fare una cosa saggia è giusta? Quante le avrebbero vendute al diciottenne senza porsi minimamente il dubbio per cosa gli servissero? Quanto vale la firma su un foglio di carta in cui dichiari che non le userai per offesa?
La pazzia non c’entra nulla con questi morti, anche noi in Italia abbiamo i pazzi, gli psicopatici, e le armi, come in America, sono disponibili per tutti, con le stesse condizioni, modalità e limiti, eppure, da noi, possederle non è ritenuto un valore.
Il discorso quindi è strettamente culturale. Nel nostro paese il rifiuto delle armi è assimilato al diritto di essere difesi dallo Stato, sempre e in primis. In America il rapporto è totalmente invertito.
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