Il navigatore satellitare aveva smesso di funzionare. Marco continuò a guidare senza avere idea di dove stessero dirigendosi. Imboccò una strada secondaria e d’improvviso si trovò di fronte a un misterioso paesino. Cercò di localizzare su Google il luogo in cui erano approdati, ma la copertura era del tutto assente. Prese una vecchia mappa stradale, ma sulle pagine il luogo sembrava non esistere.
La moglie gli strinse la mano. Marco percepì la sua incuriosita e al tempo stesso un certo timore. Il villaggio sembrava disegnato su un album per bambini. Case colorate in stile tirolese. Gerani variopinti ai balconi, persone sorridenti, al limite del teatrale, che giravano in bicicletta. Qualcosa non andava. Oppure erano finiti per errore sul set di un film che stavano girando.
«Fermati, c’è un bar» disse la moglie.
Lui parcheggiò davanti all’entrata.
«Ben tornati» disse il barista, porgendo loro due tazze di caffè.
Marco aggrottò le sopracciglia. «Noi non siamo mai stati qui».
Il barista sorrise. «Tutti dicono così, all’inizio». Poi indicò una vecchia foto sulla parete dietro al bancone. Erano loro due, vent’anni prima…
«All’inizio di cosa», lo incalzò Marco.
«All’inizio di ogni ritorno» ribatté il barista che voltandosi scomparve nel retrobottega del locale.
Sconcertati dalla risposta vennero distratti dal vociare che dall’esterno aumentava progressivamente.
Non appena uscirono videro una piccola folla che discuteva animatamente intorno alla loro auto e si avvicinarono per capire di cosa parlavano.
«E’ la loro auto» udirono «Sono tornati, ma stavolta non la faranno franca devono spiegarci come hanno fatto ad uscire dalla valle e ritornare».
Marco e la moglie rimasero impietriti a quelle parole ma ancora di più sbalorditi per tanto clamore. Si erano persi ma sembrava che quegli sconosciuti li conoscessero bene.
Mentre si facevano largo tra la folla tentando di risalire sulla loro auto, decisi ad andare via il più in fretta possibile da quel posto, una donna strattonò Marco e gli chiese di portarla con se’. L’uomo la guardò e, come risvegliatosi, rispose: «Ora è tardi, dovevi farlo quando te lo chiesi la prima volta, ora c’è lei».
Poi, guardandosi intorno, fece cenno a una coppia di salire sull’auto: «Andiamo, stavolta tocca a voi».
La coppia con fare timoroso si allontanò di qualche passo pigiando i corpi uno accanto l’altro e facendo ripetutamente di no con il capo.
«Se vorrete un giorno tornerete» grido Marco alla coppia. Ma i due si voltarono e corsero via.
Dalla folla si fece largo il barista «Non ci credono più» disse rivolto a Marco «Sono sempre meno quelli che tornano. Finora siete gli unici che lo avete fatto più spesso. Tanti non sono tornati e con loro quelli che hanno portato via. Mia nonna non sbagliava quando mi diceva “Chi riesce ad uscire dalla valle da solo, può avere la fortuna di tornare, forse”. Ma gli altri. Sono solo serviti, a chi e cosa nessuno lo saprà mai. Per cui non meravigliatevi se sono diffidenti».
Marco mise in moto l’auto, poi con la testa oltre il finestrino rivolto a una coppia di giovani urlò loro: «Forza salite prima che andiamo via».
Per tutta risposta la folla si disperse.
Quando si risvegliarono, Marco allungò il collo verso i sedili anteriori, vuoti.
La moglie sbadigliando lo guardò e con tono sofferto disse: «Dieci anni di gioventù persi, stiamo diventando sempre più vecchi e sotto questo costume giovane gli acciacchi aumentano».
Marco fece manovra e uscendo dal cimitero le accarezzò dolcemente una guancia.
Il navigatore riprese a funzionare.
Il navigatore satellitare
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- Scritto da Vincenzo Di Giacomo
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