Foto Vincenzo Di Giacomo

Qualcosa di me (narratore indipendente)

Sono nato a Napoli, e in tarda età ho cominciato il mio percorso di scrittura.

Fin da quando imparai a leggere, mio padre, che era un incallito lettore di gialli e fantascienza (ricordo la sua collezione di Mondadori, Segretissimo, Urania, etc.), cominciò a prendere l'abitudine di portarmi i primi fumetti a strisce (perché allora erano stampati e tagliati in forma orizzontale). Da allora, leggere è una cosa che faccio con molto piacere e con alterna intensità.
Questa piacevole abitudine ha sicuramente indotto in me l'ambizione di poter provare anch'io a scrivere. Non sapevo ancora cosa, ma il sogno c'era.

Quando sono andato in pensione, decisi che era il momento di provare e cominciai a studiare, cercando su internet tutto ciò che riguardava l'argomento. Dopo aver scaricato decine di manuali e letto molti libri di consigli da scrittori famosi, ho creduto di essere pronto e mi sono "imbarcato".
Il primo tentativo è stato "Taxinsonne". In testa avevo un abbozzo di storia e cominciai. Decisi di lasciare le briglie sciolte alla fantasia, è scriverlo non mi è costato molta fatica.
Quando mi sono accorto che era finito (i personaggi avevano smesso di tampinarmi, chiedendo o pretendendo), avevo bisogno che qualcuno lo leggesse per darmi un parere e, come suggeriscono autori, editor e editori, cercai di mettere su un gruppo di lettura. Cosa facile da dirsi, difficilissima da farsi.
Chi legge, poco o tanto, difficilmente è propenso a impegnarsi in un "lavoro", perché di questo si tratta, che comporta oltre al giudizio anche ad una valutazione del lessico, della scorrevolezza e di valore dello stesso. Giudicare comporta un impegno che solo l'esperienza "nel ruolo" è in grado di dare, per questo è un lavoro, serio e molto importante.
Intanto che aspettavo, perché nessuno si era tirato indietro, decisi di proporlo a qualche editore, ben sapendo che essendo una bozza, anche se letta e riletta decine di volte, aveva bisogno dell'intervento di una mano esperta: l'editor.
Ora che c'è la rete, le cose sembrano più fattibili, perché più veloci. Invece, restano ugualmente difficili, specialmente nel campo dell'editoria.
Dopo aver inviato la bozza a case editrici minori e di punta, si è aperto un mondo di cui avevo letto, ma non indagato: gli editori a pagamento.
Una marea di illusionisti che ti lusinga del titolo di scrittore, con geniali proposte dirette all'acquisto di una parte di copie che coprono per intero il costo della pubblicazione, lasciando loro anche un margine di utile. Poi tocca a te cercare di pubblicizzare la tua "opera", su cui guadagni poco o nulla.
Le case editrici "maggiori" invece, non mi hanno neppure degnato di una risposta.
Intanto, tutti i partecipanti del gruppo di lettura dicevano di leggere, ma nessuno commentava.
Poi, un bel giorno, la figlia di amici si propone come editor: l'aveva già fatto per alcune case editrici minori e le va di aiutarmi. Tombola!
Si mette d'impegno e nel giro di tre mesi, il romanzo viene licenziato. Bisognava solo aspettare, con pazienza, qualche attestazione d'interesse, che non fosse però dagli editori a pagamento.

Tra i miei tanti hobby e interessi, coltivo intensamente anche quello per l'informatica (questo sito è stato realizzato interamente da me), e scopro che nell'editoria digitale si affaccia un nuovo strumento: l'autopubblicazione (self publishing).
Era quasi passato un anno da quando avevo inviato la bozza in giro, così decisi che mentre aspettavo potevo anche sperimentare. Altro periodo di ricerca, studio, valutazione e pubblico tutto fatto in casa (ormai cosciente che non lo avrei fatto con una casa editrice), il mio primo romanzo, sia in cartaceo che elettronico.
Da allora, come narratore indipendente, ho pubblicato molti lavori, fatte alcune presentazioni, vendute complessivamente qualche migliaio di copie, e non sono diventato ricco e famoso.

Superata la fase della soddisfazione autoreferenziale, ho ritenuto necessario approfondire lo studio della scrittura iscrivendomi a uno dei tanti corsi che ci sono in giro.
Altra ricerca, comparazione, valutazione e sono approdato a una scuola di scrittura di tutto rispetto che mi ha fornito l'aiuto necessario nel tentare di diventare padrone di tutte le tecniche e dinamiche che si sviluppano e sono alla base della scrittura di un testo.
Non sono ancora uno scrittore, credo non lo diventerò mai, ma nel mare magnum dei tanti pseudo-scrittori esordienti, non penso di essere proprio tra gli ultimi posti.

I lavori che ho pubblicato e registrato a norma della Legge 106 del 15 aprile 2004 e al D.P.R. 252 del 3 maggio 2006.

  • 2012: "Taxinsonne". Ventuno personaggi che si muovono e agiscono in una storia d'attualità, incontrando lo straordinario.
  • 2013: "La fata democratica e altre filastrocche". Una raccolta di tredici filastrocche.
  • 2013: "Undici aprile". Ambientato a Maratea sviluppa il tema del femminicidio contornato di suspense psico-sociologica.
  • 2014: "Tutto il resto è solo rumore". Ambientato a Procida tratta il problema dei diritti sociali e dell'innamoramento.
  • 2015: "Carmen". Quando due persone si incontrano e si innamorano, le loro vite iniziano un nuovo cammino.
  • 2017: "Racconti in libera scrittura". Raccolta di quindici racconti.
  • 2018: "l'affattuchiàt: il segreto di Masaniello". Masaniello rimugina sulle tappe più importanti della sua ascesa al potere.
  • 2020: "I colori di Elena: appunti sparsi". Raccolta di trentadue racconti.
  • 2023: "Filò". Un romanzo sulla memoria.
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