In questo spazio, pubblico note, brevi racconti, pensieri e quant'altro mi fa piacere condividere con chi mi segue sul sito o vi arriva casualmente.
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La filastrocca più bella del Mondo la disse un bambino in piedi sul tavolo tondo.
Parlava della sua Mamma del Babbo e del fratellino appena nato.
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Orazio Scannamela, sorbì un sorso del suo terzo caffè mattutino poggiando la tazza munita di coperchio, di fianco alla calcolatrice. Lo avrebbe gustato a piccoli sorsi fino alla pausa delle undici.
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Carlotta entrò nella concessionaria d’auto, accolta dal largo sorriso dell’addetto alle vendite.
L’uomo non la conosceva di persona, ma aveva visto le sue foto sui giornali sotto un titolo che per lui era tutto un programma: Muore la zia e si scopre ricca. Le si avvicinò sicuro che fintanto non le avesse firmato il miglior contratto di vendita dell’ultimo mese, non sarebbe mai uscita dall’autosalone.
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Quando lui se ne andò, per giustificarsi, le disse che la sua vita si rigenerava solo desiderando, e partì alla ricerca di un nuovo amore.
All'inizio Anna non si capacitò. Erano stati insieme appena un anno e, dalle sue parole, sembravano fossero passati dieci anni. Lo aveva accettato nella sua vita, accolto nella sua casa, per condividere con lui ogni momento della giornata, ogni ora della notte. Sembrava sincero quando gli sussurrava parole dolci, quando la trascinava in un vortice di sesso senza limiti e confini.
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Con le mani incrociate dietro la schiena e il cappuccio calato in testa, Fra Anselmo sgranava il rosario camminando su e giù per il maestoso giardino del monastero.
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Papirocchio guardava la luna era bella e lui la bramava.
Della Terra non provava più piacere era la Luna che voleva possedere.
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Quante volte ho pensato a questo momento, e quante volte ci ho ripensato.
Ero sempre sul punto che ero certo fosse quello giusto, il più ovvio e ragionevole, che mi avrebbe assolto dall’idea di aver fatto un gesto azzardato, senza senso. E ogni volta non mi sono lasciato andare.
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L’aveva trovata al mercatino la scatola di latta a cui era rimasto solo un brillantino e se l’era portata a casa per farne un cestino.
Quando l’apri una magia lo investì davanti al comò un turbine si formò e un mago ai suoi ordini si dichiarò.
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Quando era ragazzo tutti i suoi amici lo invidiavano per come sapeva ballare, ed era cresciuto con la convinzione che fosse davvero un gran ballerino.
Ai suoi tempi l’unico ballo di coppia che facevano i giovani era il lento. Abbracciavi la partner, ti strusciavi di tanto in tanto e se lei avesse appoggiato la testa sulla tua spalla ti sarebbe stata consentito stringerla un po’ di più; far scivolare una mano fin sotto la schiena e se continuava a starci, strofinarti sul suo bacino.
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